ASSOCIAZIONE POLITICO-CULTURALE
“G. SALVEMINI” SANITA’ IN CALABRIA .
La collocazione della Calabria nella zona rossa, di massima criticità, avvenuta con ordinanza del ministro della salute, ha drammaticamente riproposto lo stato assai precario ed inquietante della sanità nella nostra regione, aggravato dalla seconda ondata epidemica da covid19, che non ha trovato, secondo le motivazioni del ministero a sostegno della classificazione cromatica della nostra Regione, nella rete ospedaliera regionale, ma soprattutto in quella distrettuale-territoriale, delle cure primarie e domiciliari, un adeguato ed efficace sistema sanitario regionale in grado di fronteggiare un eventuale peggioramento della crisi sanitaria in corso. L’oltre decennale commissariamento del sistema sanitario calabrese, operato da parte del governo, non ha raggiunto, sin qui, sia gli obiettivi di risanamento contabile che quelli che attengono al conseguimento della soglia minima accettabile dei livelli essenziali di assistenza. ( L.E.A.). Tale complessivo stato di cose assai negativo, chiama in causa responsabilità in capo : alla struttura commissariale per il piano di rientro, che per come è attualmente organizzata ed a causa di inerzie, inadempienze ed omissioni ha fallito la sua missione; alla Regione, fino a quando ha avuto competenze nelle nomine dei direttori generali degli enti del servizio sanitario regionale; al governo centrale, che si è limitato a svolgere un compito di controllo puramente burocratico attraverso il tavolo “ Massicci”, prima e “Adduci” dopo; al consiglio regionale, che ha omesso di svolgere le funzioni di indirizzo e di controllo che non sono cessate con il commissariamento della sanità, in quanto espressamente previste dal titolo V della seconda parte della costituzione; ai sindaci, che colpevolmente non hanno attivato la conferenza provinciale dei sindaci, alla quale la normativa vigente assegna funzioni in materia di programmazione dei servizi sanitari e di controllo degli esiti dell’operato dei decisori. Le maggiori e più gravi inadempienze ed omissioni registrate in materia di programmazione e gestione dei servizi sanitari nella nostra Regione, si riscontrano nel mancato potenziamento della rete delle cure primarie territoriali, che doveva essere attuato con l’istituzione delle aggregazioni funzionali territoriali (A.F.T.) e delle unità complesse di cure primarie, (U.C.C.P.) previste dalla legge “ Balduzzi” già dal 2012. Tali strutture, nell’attuale emergenza sanitaria, con il pieno coinvolgimento dei medici della medicina di base, dei pediatri di libera scelta, degli specialisti convenzionati con il S.S.R. e dei medici della continuità assistenziale, unitamente alle U.S.C.A. di recente istituzione, sarebbero servite ad accelerare i percorsi diagnostico-terapeutici, attraverso il prelievo con i tamponi e l’analisi dei medesimi, per favorire celermente l’individuazione dei contagi, la ricostruzione ed il tracciamento dei contatti, l’assistenza delle persone risultate positive e che non necessitano del ricovero ospedaliero. In assenza di tutto ciò, assistiamo ad una serie di iniziative estemporanee (allestimento in tutta fretta di tende in aree aperte, ospedali da campo, per assistere e sottoporre ad esami diagnostici chi dovesse averne bisogno ed altro) da parte di sindaci ed altri soggetti organizzati, che per quanto lodevoli nel loro slancio umanitario e solidale, non costituiscono la risposta strutturata necessaria in questa fase. Noi riteniamo, assodato che non esistono allo stato i necessari presupposti per l’uscita dalla fase commissariale della sanità calabrese, che la struttura commissariale, alla luce dell’avvicendamento del commissario, assuma un diverso profilo organizzativo, avvalendosi , nella fase di definizione dei programmi di intervento socio-sanitari che vadano anche oltre l’attuale emergenza pandemica, di appositi “terminali territoriali” o “ sentinelle” del territorio, figure che hanno le conoscenze della reale situazione organizzativa dei servizi sanitari nella loro interezza, ma anche delle condizioni orografiche, geomorfologiche e della viabilità dei territori, unitamente ai dati epidemiologici generali, sulla cui base programmare le risposte sanitarie alle domande di salute dei cittadini. A tal riguardo, pensiamo che sarebbe di grande utilità rilanciare l’attività della commissione territoriale a difesa dell’ospedale della nostra città ed in generale dei servizi sanitari territoriali, istituita già nel 2015 su iniziativa del comune di Castrovillari e che riteniamo vada estesa alla partecipazione di quei soggetti associativi che intendano concorrere a rafforzare il processo complessivo di riqualificazione e potenziamento dell’offerta sanitaria sul nostro territorio.
Castrovillari 16/11/2020
/ ASSOCIAZIONE POLITICO-CULTURALE
“G. SALVEMINI”
-CASTROVILLARI-
CARMINE ZACCARO