Il presente per chiarire i termini della questione che vede coinvolti il sottoscritto ed altri amministratori del periodo 2015/2017 davanti la Corte dei Conti. In primo luogo si ribadisce che il giudizio avanti la
Comunicato Stampa
Il presente per chiarire i termini della questione che vede coinvolti il sottoscritto ed altri amministratori del periodo 2015/2017 davanti la Corte dei Conti. In primo luogo si ribadisce che il giudizio avanti la
Corte dei Conti, in composizione collegiale, la cui udienza non si è ancora tenuta, ha ad oggetto l’opposizione ad un decreto che ha ritenuto fondati gli addebiti a nostro carico perché, si legge nel decreto non avremmo noi provocato il dissesto ma lo avremmo “agevolato”. Si tratta, per sgomberare il campo da equivoci, di un giudizio che riguarda il dissesto del 2019. Non siamo in giudizio perché vi sono stati ammanchi o altro; neppure che qualcuno di noi ha preso soldi (anzi tutto
Il contrario, certificato dalla commissione presso il ministero dell’Interno, abbiamo notevolmente ridotto le spese per gli amministratori ). Neppure di mala gestione per cui dobbiamo restituire soldi spesi male (non dobbiamo restituire nulla perché non vi è stato nessun ammanco). Siamo incolpati di questo: nel 2012, quando ci siamo insediati, ci dice il Giudice contabile, sapevate la situazione disastrosa del comune di Castrovillari, accertata con decisione della Corte dei Conti del 6 settembre 2012; invece di dichiarare il dissesto avete fatto il piano di riequilibrio; questo piano era inidoneo a sanare la situazione debitoria. Due sono gli addebiti della Corte dei Conti (dovevate far pagare i morosi dei tributi comunali con azioni esecutive, Pignoraramenti e fermi); dovevate ridurre le spese. Noi riteniamo di averlo fatto; il giudice monocratico della Corte dei conti no. Quando si farà il giudizio, con tutta la documentazione prodotta, vediamo cosa ne penserà il Collegio giudicante. Quel che è certo, però, per smentire le notizie non veritiere messe in giro per la non conoscenza delle vicende e delle procedure è che:
1) non c’è alcun giudizio di responsabilità contabile nei nostri confronti perché nessuno ha preso un centesimo. Il giudizio riguarda la non idoneità del piano di riequilibrio a coprire i debiti accertati nel 2012 dalla Corte dei Conti;
2) i soldi da pagare (che non abbiamo pagato perché riteniamo di non aver fatto nulla ed abbiamo fiducia nella giustizia )sono una sanzione e non una restituzione di somme i cui importi, se pagati nei 40 giorni, si riducono al 30% di quanto riportato (per intenderci 1.000 euro ciascuno gli assessori e poco meno di 8.000 euro il sottoscritto);
3) non verrà alcun commissario perché soltanto con una sentenza definitiva si applicano le sanzioni e noi, ancora, non abbiamo fatto neppure il primo grado di giudizio;
4) ogni nostro atto ha avuto il parere favorevole dei responsabili degli uffici e del collegio dei revisori (nominati dalla Prefettura);
5) non c’è alcun giudizio nei nostri confronti ne’ civile, ne’ penale e neppure di danno erariale.
Attendiamo fiduciosi l’esito del giudizio sulla partecipazione anche minima al dissesto del
2019 con la consapevolezza che non è in dubbio la nostra onorabilità nella gestione della cosa pubblica ed il rispetto rigoroso delle risorse pubbliche, bensì l’idoneità delle misure messe in campo per evitare una situazione di ente strutturalmente deficitario conclamato con il consuntivo del 2010, oggetto della decisione della Corte dei Conti del settembre 2012.
Il sindaco
Mimmo Lo Polito