La Danza Sportiva come viaggio di vita a perseveranza: la storia di Antonio Stillante e Iana Moiseenko
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La strada verso il successo è spesso lastricata di dedizione, sacrificio e un’ineguagliabile passione, come quella di Antonio Stillante e Iana Moiseenko, neo campioni assoluti italiani di danze latino americane. I due giovani atleti della Sarà Danza di Castrovillari hanno trionfato a Riccione il 9 febbraio 2025, conquistando la medaglia d’oro nella categoria 16/18 Youth AS.
Ma quali sono i segreti di questo straordinario risultato? In questa esclusiva intervista, esploriamo non solo il loro percorso professionale, ma anche il profondo legame che li unisce, dimostrando che il vero successo risiede nell’armonia tra perseveranza e supporto delle persone che amiamo. E anche…un pizzico di scaramanzia.
Come è nata la vostra passione per la danza?
Antonio: “Ho iniziato all’età di cinque anni grazie ad una mia amica che mi ha convinto a venire a provare a scuola di ballo con Sara Mola (l’insegnante, ndr). In realtà io non ero portato per il ballo, volevo fare il calciatore da piccolino. Per un periodo ho praticato sia calcio che ballo e poi mi sono dedicato completamente a quest’ultimo”.
Iana: “Ho iniziato a ballare all’età di sei anni grazie a mia madre, una persona molto disciplinata e determinata che voleva che io danzassi perché lei stessa desiderava farlo da piccola ma non aveva avuto l’opportunità; così mi portò in una scuola di ballo e me ne sono innamorata subito dando inizio al mio percorso. Poi ho cambiato scuole e insegnanti perché volevo crescere sempre di più e ampliare le mie esperienze”.
Come sono stati i primi momenti insieme di coppia?
Antonio: “È interessante questa storia. Stavo facendo un provino con una ragazza ungherese quando sua madre mi disse: “C’è un’amica di mia figlia che sta cercando un ballerino”. Poi mi mostrò il post della ragazza in cerca di partner ed io subito riconosciuto Iana perché era più conosciuta avendo già partecipato alla finale mondiale, io no. Così appena l’ho vista ho mostrato il mio interesse poiché già mesi prima avevo espresso il desiderio di ballare con lei. Da lì inviai tutto immediatamente al mio maestro che si mise in contatto con lei e sua madre”.
Iana, cosa ti ha spinto ad accettare la proposta?
“Nei primi anni della mia carriera ho danzato in Russia fino ai 13 anni quando ricevetti una proposta per formare coppia con un ragazzo spagnolo: andai sola in Spagna senza famiglia dove rimasi circa un anno e otto mesi. Durante quel periodo ricevetti varie proposte per danzare con ragazzi provenienti da altri Paesi: feci altre esperienze fino all’offerta di Antonio dopo aver attraversato momenti difficili nella vita personale dove pensavo fosse meglio abbandonare tutto.
Tuttavia decisi comunque di provare questa opportunità: venni quindi in Italia dove immediatamente mi trovai bene sia con Antonio, sia con sua madre e con Sara (l’istruttrice, ndr). Presi tre giorni per riflettere sulla situazione decidendo infine d’incontrarlo e di fargli anche una sorpresa: quando Antonio tornò dal mare si ritrovò già me presente nella casa pronta ad iniziare questo nuovo capitolo insieme”.
Iana, hai menzionato le differenze tra Spagna e Italia: quali hai notato anche sul piano sportivo?
“In Spagna ho la avuto fortuna di lavorare con uno dei migliori ballerini frequentando scuole valide sotto insegnanti determinati, ma le federazioni spagnole non possono essere paragonate alle italiane visto il numero inferiore di atleti presenti lì. Nonostante ciò, sapevo d’essere inserita all’interno d’una buona scuola quindi continuavo gli allenamenti regolarmente per raggiungere obiettivi più alti. Per me era fondamentale il carattere del ballerino anziché le sue capacità tecniche. Due persone unite dalla danza devono prima creare una connessione profonda affinché si possa lavorar bene per tutto il giorno”.
A livello emotivo quanto pesa sopportare una simile preparazione? Ci sono stati momenti nella vostra carriera dove avete pensato seriamente d’abbandonarla?
Iana: “Quando ho lasciato casa avevo solo tredici anni e sono cresciuta tanto mentalmente lontano dai miei cari. Questo mi ha un po’ condizionata, perché ho affrontato periodi molto difficili senza la loro vicinanza e per certi versi questo mi ha anche aiutata. Sapevo quanto desiderassi diventare ballerina, quindi mi diedi una chance ulteriore anziché mollare tutto. Anche nei momenti bui, il ballo rappresentava una distrazione necessaria che mi ha aiutato ad andare avanti”.
Antonio: “Non ho mai pensato di mollare la danza, anche perché fino a quando Iana entrasse nella mia vita continuavo praticarla solo occasionalmente senza alcun impegno serio. Oggi invece è diverso: posso dire tranquillamente di essere ossessionato dal ballo. Ogni singolo giorno guardo video o parlo esclusivamente riguardo quest’arte meravigliosa!”
Il momento più emozionante qual è stato oltre campionato assoluto recentemente vinto?
“Di sicuro sapere abbiamo raggiunto finale mondiale (di Sarajevo 2024, ndr). Rappresenta traguardo importante che ha alimentato fiducia reciproca lungo questo cammino intrapreso assieme. A giugno 2024 abbiamo partecipato ad una gara prestigiosa tedesca a Bremen denominata German Open ottenendo sorprendentemente la nona posizione. Realizzammo una performance straordinaria superando qualsiasi aspettativa. Anche perché Iana ebbe problemi salute gravi fermandosi quasi due settimane prima della gara stessa e tornò ad allenarsi solo la settimana prima”.
Come descrivereste il rapporto esistente fuori pista tra voi due?
(Ridono, ndr): “Siamo insieme 24 ore su 24, a
parte quando Iana torna in Russia”, racconta Antonio. “Volendo o no, il nostro rapporto è diventato forte come quello con mio fratello. Anzi, forse ancora più intenso, visto che lo vedo raramente”. Yana, però, ha una visione diversa: “Siamo due ragazzi che stanno ancora costruendo la propria personalità, crescendo insieme. Ci sono alti e bassi, come in tutte le relazioni, ma impariamo a compensare i due lati della medaglia”.
Qual è l’iter della vostra preparazione per le gare?
”Gli allenamenti diventano più intensivi all’avvicinarsi della competizione”, spiega Antonio. “Un mese prima della gara, ci alleniamo mattina e pomeriggio, frequentando stage e camp per perfezionare la nostra tecnica. È un periodo stressante, perché sentiamo l’aspettativa crescere, sia verso noi stessi che verso gli altri”.
Quando si parla di rituali scaramantici, Antonio non ha dubbi: “L’acqua santa è immancabile per me, così come le mie collane, quella della mia famiglia e un rosario. Poi porto con me sempre la foto di un amico, venuto a mancare qualche anno fa”.
Cosa si prova a rappresentare l’Italia in queste competizioni prestigiose?
“Negli ultimi anni, il livello della danza italiana è cresciuto molto”, afferma Antonio. “Essere la prima coppia italiana a partecipare a un mondiale è una grande responsabilità”.
Yana, pur non essendo italiana, sente il peso di questa responsabilità: “Sono grata di ballare qui e mi sento responsabile di portare in alto il nome dell’Italia, anche perché sono la ballerina di un italiano”.
Tuttavia, per Yana e Antonio, c’è un aspetto ancora più importante del rappresentare l’Italia: “Per noi, che veniamo da famiglie umili, il valore più grande è rappresentare la nostra famiglia e le persone che ci amano”, sottolinea Antonio. “Sono loro che fanno sacrifici enormi per noi e a loro siamo grati più di ogni altra cosa”.
Quando chiediamo loro degli obiettivi a lungo e breve termine, Yana e Antonio preferiscono non svelarli. “C’è un altro rito scaramantico che preferiamo tenere per noi”, spiegano con un sorriso.
Che consiglio dareste ai ragazzi che vogliono intraprendere la carriera di ballerini?
“Se vuoi essere il migliore, devi dare tutto te stesso”, afferma Antonio. “E ricorda, nel ballo di coppia, non si raggiunge il successo da soli: bisogna rispettare il partner e trovare un punto d’incontro”. Iana aggiunge: “Sii grato per ciò che hai e non montarti la testa. Umiltà, pazienza, determinazione e disciplina sono fondamentali per raggiungere i propri obiettivi”.
E conclude: “Apprezza la tua famiglia e i sacrifici che fa per te. Ricorda, il ballo è una scuola di vita che ti insegna valori importanti come la gratitudine e la resilienza”.
A cura di Giada Bruno