12 Marzo 2025

Da Castrovillari a Padova: la storia di Cristina, ginnasta e ingegnera, che sfida gli stereotipi

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Il mondo della ginnastica artistica è – a differenza di quanto si possa pensare – incredibilmente variegato. Se prima era considerato uno sport del perfezionismo, la ginnastica è cambiata sotto molti aspetti: tolleranza, attenzione alla salute mentale e possibilità di praticare questo sport a livelli agonistici contestualmente ad altri impegni sono diventati ora i motori principali di questa disciplina affascinante. 

E la città di Castrovillari può vantarsi di avere un grande esempio in merito: parliamo di Cristina Impoco, ginnasta nata e cresciuta alle pendici del Pollino e laureata in Ingegneria Biomedica all’Università di Padova, dove abita da diversi anni ormai per proseguire i suoi studi e la sua carriera sportiva. Cristina – che ha passato quasi tutta la sua attività da ginnasta alla Sportime Club di Lara Blotta – milita ora nella Blue Kippe di Padova, con cui ha recentemente conquistato un ottimo quarto posto nel Campionato Federale regionale di squadra LE3 avanzato. 

Qual è il segreto per conciliare gli studi magistrali, lavoro e sport? Ce lo svela lei stessa, che – in un’intervista ai nostri microfoni – si è raccontata a 360 gradi rivelando dettagli impercettibili sulla ginnastica artistica: 

Cristina, un ottimo quarto posto nel Campionato Federale di squadra LE3 avanzato con la Blukippe di Padova. Quali sono state le emozioni e le sensazioni dopo questa prestazione?

“Aver portato a termine una gara molto pulita è stata una grande soddisfazione. Purtroppo la squadra è incappata in qualche errore alla trave e al volteggio che ci ha fermate ai piedi del podio, ma siamo pronte a migliorare la nostra prestazione per la prossima gara regionale che si terrà i primi di maggio. Nonostante tutto, la prestazione di domenica scorsa è stata frutto di grande impegno e coesione di gruppo, con sostegno reciproco”. 

 Nel linguaggio sportivo, il quarto posto è quasi sempre stato considerato “una medaglia di legno”. E tu, sei d’accordo? 

“Questo è invece per noi un grande risultato rispetto alle altre squadre in gara, decisamente più giovani rispetto alla nostra. Noi ci alleniamo per tre volte alla settimana dalle 20:00 alle 22:30, dopo aver allenato le atlete più piccole. Competizioni di questo livello richiederebbero un impegno maggiore, ma noi siamo disposte a gareggiare ugualmente e a impegnarci per quel che possiamo”. 

Sei un esempio di come sport e studio possano convivere, anche a livelli competitivi. Come riesci a conciliare gli allenamenti con gli impegni universitari in Ingegneria?

“Per conciliare l’attività agonistica e gli altri impegni come allenatrice in palestra e università, la mia giornata è organizzata in maniera maniacale per gestire al meglio le ore da dedicare a tutto. Quindi è necessario ottimizzare i tempi per studiare e permettermi di trascorrere molto tempo in palestra e nei weekend di gara”.

Sei originaria di Castrovillari, ma vivi a Padova da diversi anni ormai. Quali sono le differenze principali che hai notato nell’approccio al mondo dello sport tra Calabria e Veneto?

“Una delle prime cose che ho fatto quando i sono trasferita a Padova è cercare una palestra di ginnastica artistica. La differenza principale, purtroppo, si vede nelle strutture. In Calabria non vi sono grandi strutture e ben attrezzate per il nostro sport, anche perché queste richiedono spazi ampi e investimenti importanti. Ci tengo però a ringraziare Lara Blotta, mia prima allenatrice della Sportime Club di Castrovillari, che nonostante le varie difficoltà e limiti della palestra in cui mi sono allenata per diciotto anni, è riuscita a portarci a livelli davvero alti che adesso ho continuato a praticare”. 

Come rispondi a chi dice che la ginnastica sia uno sport che non si può praticare in età adulta?

“Sicuramente praticare ginnastica artistica ad alti livelli a ventiquattro anni non è semplice di come quando ne avevo quindici. Le mie compagne ed io siamo molto contente di riuscire ad allenarci con questa intensità, anche perché gli sforzi fisici si fanno sentire e il rischio di infortuni aumenta. Nonostante ciò, la nostra determinazione ci permette di continuare a fare sacrifici per lo studio, per la nostra vita privata e continuare a coltivare la nostra più grande passione: la ginnastica”.

A cura di Giada Bruno 

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