24 Novembre 2024

Adesione Piazza Dem Appello ReteKurdistan Diritti Umani Turchia

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In qualità di Presidente Nazionale dell’associazione Piazza Dem aderiamo all’appello di ReteKurdistan rivolto ad assicurare il rispetto dei Diritti Umani in Turchia e la liberazione dei detenuti politici, condividendone e sottoscrivendone il contenuto e nel contempo realizzando iniziative e presidi in ogni paese europeo e città italiana il giorno 27 giugno 2020 alle ore 17.
Maria Saladino
Presidente Nazionale Piazza Dem

“Il clima in Turchia è davvero teso, i termini che spaccano il Paese in due sono: regime e restrizioni.
Non esiste null’altro, la stampa è compromessa, niente può trapelare, ciò che sta accadendo non deve uscire dalla Turchia, questo è l’ordine di Erdogan.
La grande forza del popolo curdo non vede confini, le piccole conquiste sono segnate da vite umane perse, vite di donne e uomini che hanno fine nelle celle delle carceri tra violenze ed umiliazioni.
Ma non si piegano, non si arrendono, combattono incessantemente per i diritti, per la libertà.
Tra i banchi del Governo non esiste più democrazia, è in corso “il golpe”.
Il Partito Democratico dei Popoli “Hdp”, da sempre pro-curdo, ha subito una vera e propria decimazione.
Diversi esponenti del partito sono stati rimossi dai propri incarichi, 45 dei 65 comuni da questi amministrati dopo la vittoria alle elezioni del 31 marzo 2019 sono stati commissariati, 23 sindaci sono stati arrestati.
L’accusa? Sempre la stessa: “appartenenza ad un gruppo terroristico”.
Lo scorso 4 giugno Erdogan ha letteralmente rimosso lo status di parlamentare ai deputati del Partito Democratico dei Popolari, Musa Farisoğulları e Leyla Güven, per poi farli arrestare con la solita accusa.
Quale? Spionaggio e appartenenza ad un gruppo terroristico.
Lo stesso leader dell’HDP Selahattin Demirtas, in carcere dall’anno 2016, nonostante il Primo Tribunale della Turchia avesse accertato l’incostituzionalita’ della sua detenzione, ordinando, tra l’altro, il pagamento di un risarcimento, rimane in cella.
Ed è proprio da quella cella di Edirne, così come avviene per i grandi ed intrepidi leader, Demirtas annuncia la marcia per la “Democrazia” partita il 15 giugno, dalla durata di 5 giorni, che sta transitando nonostante il tentativo del governo di bloccarla, imponendo un divieto di assemblea e facendo assediare dalla polizia l’ufficio provinciale dell’Hdp a Beyoglu, per ben 8 province.
In queste ore il mio pensiero è rivolto a loro, alla loro straordinaria voglia di un’altra Turchia, diversa da quella del regime delle restrizioni, delle violenze, delle umiliazioni; a coloro che stanno cercando di combattere strenuamente chi nel terzo millennio opprime l’abbraccio della democrazia.
Distinti e distanti da Herdogan!”

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