Il Comitato territoriale per il NO Pollino-Alto Jonio
Aderente al “Comitato Nazionale per il NO nel Referendum sulle modifiche della Costituzione sulla
riduzione del numero dei parlamentari”,
LE RAGIONI DI UN NO
1) Il Parlamento è il cuore della democrazia rappresentativa : non si può rinunciare alla
rappresentanza in nome di un risparmio irrisorio.
Con il taglio dei parlamentari si risparmieranno 57 milioni l’anno,ossia lo 0,007 % della spesa pubblica
italiana, ma si ridurrà sensibilmente la rappresentanza ( id est ,la possibilità di emersione dei bisogni) per i
territori più deboli e si eliminerà la voce delle minoranze,sicchè il 15-20% del corpo elettorale resterà privo
di rappresentanza.
Se vogliamo un Parlamento che costi poco,allora non ci resta che scegliere la oligarchia.
2) I numeri della Calabria :
Oggi la Calabria elegge 20 deputati e 10 senatori.
Con la riforma la rappresentanza sarebbe quasi dimezzata :
13 deputati ,ossia 1 ogni 150.696 abitanti e 6 senatori ,ossia 1 ogni 326.508 abitanti, secondo dato più alto sul territorio nazionale.
3) La nuova casta
Come autorevolmente sostenuto dal prof.Giuseppe Tesauro, presidente emerito della Corte
Costituzionale,avremmo il” Parlamento per censo”.
Infatti ,non solo aumenteranno i costi della campagna elettorale ,per cui soltanto chi sarà in grado di
sostenerli potrà concorrere alle elezioni, ma i privilegi rimarranno intatti per una platea più ridotta di
persone,che gestiranno maggior potere e saranno più facilmente controllabili,oltre che dalle segreterie dei partiti e dai movimenti che le hanno espresse,anche dalle lobby,che potranno condizionare il contenuto
della legislazione.
Non a caso il movimento che ha promosso la riforma sostiene anche la introduzione del vincolo di
mandato,che,sottraendo all’eletto la libertà di pensiero e di espressione in contrasto con l’art.67 della
Costituzione ( che attribuisce al parlamentare il più alto compito di rappresentare “la Nazione”, ossia di
perseguire il bene comune), rafforza la concezione di una organizzazione non democratica e verticistica del
consenso.
4) La sovranità appartiene al popolo.
Con un Parlamento più debole si rafforza il potere del Governo di turno e si corre il rischio di favorire derive
antidemocratiche.
Umberto Terracini,Presidente della Assemblea costituente,già all’epoca consapevole dei pericoli per la
democrazia insiti nell’antiparlamentarismo, ebbe a dichiarare : “Quando si vuole diminuire l’importanza di
un organo rappresentativo s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti”.
5) Il pericolo per le garanzie costituzionali.
Un minor numero di parlamentari eleggerà gli organi di garanzia costituzionale ( Presidente della
Repubblica, giudici della Corte Costituzionale e componenti del CSM di nomina parlamentare) e potrà
mettere in stato di accusa ,a maggioranza assoluta, il Presidente della Repubblica e potrà approvare leggi di modifica della Costituzione.
6) Vogliamo essere rappresentati meglio non meno.
Il problema da risolvere è quello della qualità piuttosto che quello del numero degli eletti .
Non basta una nuova legge elettorale,che ,in quanto legge ordinaria, può essere oggetto di nuove e continue modifiche,come sinora è avvenuto, ma occorre che i candidati non siano più “nominati” dalle
segreterie di partito o scelti attraverso un “click” su una improbabile piattaforma ,priva dei requisiti di
trasparenza .
Una riforma seria dovrebbe essere in grado di garantire il funzionamento dei partiti e dei movimenti ,
attraverso una selezione dei candidati sulla base di criteri di competenza,autorevolezza e responsabilità
istituzionale e attraverso il rafforzamento del rapporto fra territori e parlamentari, tra elettori ed eletti. Ciò in aderenza all’art.51 della Cost. che testualmente recita :”Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso
possono accedere agli uffici pubblici ed alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza”.
Il NO al referendum è in definitiva un SI alla democrazia.
Il Comitato territoriale Pollino-Alto Jonio