24 Novembre 2024

RECOVERY PLAN: ORLANDINO GRECO (IDM), “I SINDACI CHE PROTESTANO PRENDANO LE DISTANZE DAI LORO PARTITI DI RIFERIMENTO”

0

RECOVERY PLAN: ORLANDINO GRECO (IDM), “MI RIVOLGO AI CALABRESI E AI SINDACI SCESI IN PIAZZA: UNIAMOCI, CONFRONTIAMOCI, ELABORIAMO E PARTECIPIAMO AD UNA NUOVA STAGIONE DI CAMBIAMENTO E DI RISCATTO REALE”

“L’Italia sarà quel che il Sud sarà”, parafrasando Giustino Fortunato, la speranza era che il Governo Draghi, così come annunciato dallo stesso Premier, avesse davvero preso a cuore il destino del Mezzogiorno. Non una semplice collocazione geografica ma un’emergenza da affrontare per il bene dell’intero Paese, così come indicato dalle politiche di coesione dell’Unione Europea. Il Documento di economia e finanza 2021, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, appare, come quello dello scorso anno, connotato da criticità. Le note positive sono certamente la proroga del credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, invece per il lavoro le forme di decontribuzione per favorire l’occupazione nelle aree svantaggiate. Poco, davvero troppo poco, se si pensa che il Documento inserisce: “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, 3 comma, Cost.”, riaprendo così lo spinoso tema del regionalismo differenziato nella consapevolezza che il principio autonomistico debba essere considerato quale promotore di integrazione statale e non di separazione, favorendo, appunto, non solo le regioni più ricche del Paese. Per quanto riguarda l’implementazione delle misure finanziarie di contrasto alla pandemia va ricordato che il Programma Europeo REACT-EU assegna all’Italia risorse supplementari alla politica di coesione. Ergo, trattasi dell’ultima occasione per superare il divario Nord-Sud vista la portata dei molteplici investimenti della manovra. V’è di più: il nostro Paese è quello che riceve la parte più consistente della dotazione europea. Scontato dire che ciò non è il frutto di particolari abilità negoziali dell’attuale Governo Draghi o del suo predecessore Conte, bensì è, purtroppo, la conseguenza del drammatico divario economico-sociale tra Nord e Sud. Un drammatico spaccato offerto anche dall’OCSE, secondo il quale il nostro è l’unico Paese tra quelli avanzati a patire ancora divari regionali così forti all’interno dello stesso contesto. Dunque, se è vero che le direttive di Bruxelles sono chiare, il nostro Governo deve tener conto dei seguenti elementi nell’allocazione di risorse del Recovery Plan: popolazione, PIL pro capite e tasso medio di disoccupazione negli ultimi 5 anni rispetto alla media UE. Allora si può e si deve puntare ad un riequilibrio di risorse per invertire un trend negativo nella forbice del distacco tra le due parti del nostro Paese. Distacco che rischia di diventare un abisso di diseguaglianze e sperequazioni, in barba ai principi costituzionali ed europei. A Napoli e a Roma, in questi giorni, si sono radunati circa 500 sindaci per manifestare il loro dissenso sulla ripartizione delle risorse del Recovery Fund da parte del Governo in quanto, saranno appunto trasferiti al Nord 60 miliardi che sarebbero spettati al Sud. Niente da ridire sulla protesta perché il tema in questione è oggetto di analisi e di perplessità da parte del sottoscritto da mesi ormai ma è piuttosto il messaggio che passa ad essere poco chiaro. Il Sud dimenticato, sfruttato, povero che noi difendiamo, vive questa condizione a causa di anni di miopia e mala gestio dei partiti tradizionali. La politica locale si scontra con la politica nazionale ma ne fa parte. Uno scontro che sa molto di retorica e poco di concretezza. D’altronde in politica occorre avere la coerenza di essere consequenziali ai proclami. Molti di questi sindaci sono esponenti di partiti centralisti, gli stessi che stanno adottando i provvedimenti sopracitati. Sono queste azioni di palese incoerenza che sviliscono la difesa del Sud. Strappino le tessere di partito e poi manifestino a favore del Sud! Ma fino a quel momento evitino viaggi a Roma, per non mortificare un’azione meritoria e giusta. Per il riscatto del Mezzogiorno occorre una presa di coscienza collettiva non solo sul mancato reale apporto dell’attuale Recovery Plan, ma sulla necessità di occupare un nuovo spazio politico, altro rispetto a quanto visto fin oggi. Insomma, serve passare dalla protesta all’azione con coerenza e credibilità. Occorre un movimento che possa aiutare anche questi amministratori a ribellarsi alla sottomissione dei poteri politici ed economici del Nord, ma anche di quelli conniventi del Sud. Italia del Meridione è da anni che ha promosso queste battaglie e, oggi più di ieri, rimane in trincea per ribadire la centralità del Sud, attraverso un’equa distribuzione di investimenti a difesa delle vocazioni territoriali, come motore di sviluppo dell’intera economia dell’Italia tutta.
Il dialogo resta aperto con chiunque abbia a cuore le sorti della nostra terra. Mi rivolgo, quindi, ai calabresi e a quegli amministratori scesi in piazza: uniamoci, confrontiamoci, elaboriamo e partecipiamo ad una nuova stagione di cambiamento e di riscatto reale.

Orlandino Greco
Segretario Federale Italia del Meridione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *