Il Popolo della Famiglia: il Portavice Regionale Prof. Giovanni DONATO sulla “morte assistita”
La recente decisione del Comitato etico delle Marche, circa la facoltà di procedere alla “ morte assistita” di un paziente tetraplegico, in ottemperanza ad una sentenza della Corte costituzionale, pone alcuni, seri, problemi, sia giuridici che morali. Innanzitutto questo evento accadrà in assenza di una legge emanata dal Parlamento. Viene affidata ogni decisione al Potere Giudiziario, senza che quello Legislativo ed Esecutivo, abbiano deliberato nel merito! Si sta verificando una vera e propria anomalia dal punto di vista istituzionale, quasi un sotterraneo conflitto fra i Poteri dello Stato. Come si concilia, infatti, la decisone della Corte costituzionale (242/2019), con l’art. 580 del C.p., con gli artt. 2,13 comma 1,117 comma 1, artt.3,13,25 comma 2 e 27 comma 3 della Costituzione ? Un vero e proprio guazzabuglio giuridico che solo una legge approvata dal Parlamento potrà dipanare. Nel frattempo si adottano soluzioni tampone, dettate da emozioni e situazioni del momento, che non affrontano alla radice il problema. Dal punto di vista morale, pur rispettando la decisione della Suprema Corte, come Popolo della Famiglia, siamo fermamente convinti che la Vita è un dono e come tale deve essere considerato ed usato. Per noi credenti è un dono gratuito di Dio e, pertanto, deve essere tutelato e conservato dal concepimento alla morte naturale, nonchè condiviso con la Famiglia, con la Patria, con la Società: non può essere considerato esclusiva proprietà privata .Togliersi la vita arbitrariamente, anche se consentito dalla Legge, dunque, rappresenta un danno, non solo per chi si procura la morte ma, pure, per il contesto umano e sociale nel quale si vive: una vita in meno è una grave perdita per l’intera Umanità ! Tuttavia è anche vero che esistono situazioni di dolore, di sofferenza indicibile che, però, non possono trovare l’unica soluzione nella morte assistita. Si possono praticare terapie del dolore, di alleviamento delle sofferenze, di accompagnamento e condivisione, che contribuiscono a rendere meno precaria e drammatica l’esistenza dei pazienti gravi ed in fase terminale. C’è, anche, un’altra preoccupazione, di recente sollevata da uno studio di un quotidiano non certo sfavorevole all’Eutanasia: laddove questa è attuata da più anni, essa viene utilizzata, pure, per quelli che soffrono di depressione o di malattie mentali. Assistiamo, dunque, ad una deriva circa il Valore della Vita, soprattutto degli anziani e di coloro non ritenuti idonei ad affrontare un’esistenza normale, a volte contrabbandata dal termine “ dignitosa”. Noi Popolo della Famiglia, riteniamo che la scelta di darsi la morte non sia giustificabile e che compito dello Sato sia creare le condizioni affinchè questo non avvenga mai, senza lasciare nessuno nella solitudine della sua malattia.
IL PORTAVOCE REGIONALE Prof. Giovanni DONATO
Castrovillari, lì 26 novembre 2021