LA CIPOLLA BIANCA DI CASTROVILLARI CONQUISTA LA DENOMINAZIONE COMUNALE
(De.Co.) di Luigi Gallo() ()Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) – Ce.D.A. n.2 – Castrovillari (CS)
Il comune di Castrovillari, ha deciso di conferire la Denominazione Comunale (De.Co.) alla Cipolla bianca. L’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC), ha contribuito a questo importante riconoscimento offrendo la necessaria collaborazione con riunioni tra amministratori e produttori, con la predisposizione del disciplinare di produzione, ecc.. Il riconoscimento della Denominazione Comunale (De.Co.) rafforza il ruolo identitario della Cipolla bianca, non solo per Castrovillari, ma per l’intero territorio Sibaritide-Pollino, ricco di peculiarità naturalistiche, paesaggistiche e archeologiche. Ciò facilita, sicuramente, la creazione di altre opportunità di lavoro extragricolo che scaturiscono, oltre che dall’utilizzo di questa cipolla, insieme ad altri prodotti tipici, nella ristorazione locale, dallo sviluppo di un turismo gastronomico e di prossimità, facilmente coniugabili con altre forme di turismo come quello naturalistico, culturale, ecc., rafforzandone gli indissolubli legami fra le diverse componenti. I piccoli produttori, che hanno chiesto con forza questo riconoscimento, hanno evitato l’estinzione della Cipolla Bianca di Castrovillari perché, coltivandola, nel tempo, ne hanno conservato il seme e, grazie a loro, ancora oggi, si coltiva su piccoli appezzamenti di terreno nel Comune di Castrovillari. Nel processo di valorizzazione e rilancio di questo ecotipo locale di cipolla, i produttori sono i veri protagonisti anche perchè, oltre a svolgere il ruolo di “agricoltori custodi” della biodiversità ai sensi della L. 194/15, praticano la coltivazioni con tecniche a basso impatto ambientale senza uso di prodotti chimici di sintesi, ottenendo un prodotto di alto pregio che ha già un mercato di nicchia e che non ha ostacoli all’espansione. La Cipolla Bianca di Castrovillari, come abbiamo spesso riferito, è un ecotipo locale della specie Allium cepa L., famiglia Liliacaee che, fino agli anni “70 del secolo scorso, veniva prodotta in grandi quantità e soddisfava anche la domanda dei comuni vicini a Castrovillari sia in Provincia di Cosenza che in Provincia di Potenza. Per Castrovillari, la cipolla bianca, oltre a rappresentare un’importante fonte di reddito, entrava negli usi e nelle tradizioni della zona, tanto che la Fiera di Terranova da Sibari, che ancora oggi si svolge il 13 giugno (il giorno di San Antonio), era identificata anche come “la fiera delle cipolle di Castrovillari”. All’epoca, era praticato anche un baratto tra i produttori di Cipolla bianca di Castrovillari e i pastori di Terranova di Pollino. Questi ultimi trasportavano con gli asini il formaggio che scambiavano con le cipolle. Lo scambio avveniva a metà strada sulle montagne al confine tra la Calabria e la Basilicata in zone che oggi coincidono con il cuore del Parco Nazionale del Pollino. L’area di coltivazione della cipolla bianca comprendeva alcune decine di ettari che ricadevano in agro del comune di Castrovillari estendendosi, oltre che nelle contrade vicino al centro abitato (contrada jardini, ecc.), lungo la valle del fiume Coscile (affluente del fiume crati) fino a parte della pianura di Sibari oggi interessata dalla frutticoltura specializzata. Attualmente, la coltivazione della cipolla bianca, è circoscritta principalmente in località Giardini (Jardini) in agro del Comune di Castrovillari. Sono circa venti i produttori che continuano a coltivare questo ecotipo di cipolla su piccoli appezzamenti di terreno. Per quanto riguarda le tecnciche colturali e la difesa della Cipolla Bianca, come nella tradizione, si adottano sistemi a basso impatto ambientale che permettono di ridurre sia i costi che la quantità dei prodotti chimici immessi nell’ambiente, garantendo, così, la sicurezza e l’igiene del prodotto destinato al consumo. La pratica della rotazione e, in alcuni casi, la letamazione sono poste alla base della coltivazione di questo ecotipo di cipolla. Dal punto di vista qualitativo possiamo affermare che, le analisi effettuate su campioni rappresentativi hanno mostrato livelli di pungenza molto variabili con valori di acido piruvico (sostanza indicatore della pungenza) oscillanti tra 2,5 e 10,5 µmol (micromoli) per grammo di peso fresco. Questa notevole variabilità oltre che dalla composizione chimica del terreno e dal clima, è influenzata dal genotipo e dai criteri di selezione utilizzati dai singoli produttori nella scelta dei bulbi portaseme. La presenza di genotipi con livelli di pungenza molto bassi (2,5 µmol di acido piruvico/g di peso fresco) assimilabili a quelli della più famosa Cipolla Rossa di Tropea lasciano intravedere la concreta possibità di costituire, attraverso la selezione conservativa, una popolazione di Cipolla bianca di Castrovillari migliorata per uniformità ed aspetti qualitativi dei bulbi. I precedenti progetti di valorizzazione realizzati dall’ARSAC per questo ecotipo di cipolla, come per altri prodotti tipici, hanno determinato l’aumento del numero dei consumatori sia tra i residenti nel comune di Castrovillari che tra i non residenti. All’aumento della domanda di questo prodotto è corrisposto un aumento del prezzo che ha stimolato la produzione. Infatti, da un’analisi economica della coltivazione della Cipolla bianca di Castrovillari è emerso che potenzialmente su un ettaro è possibile ottenenre una produzione di circa 300 quintali, che, ad un prezzo medio di vendita pari a circa 50,00 Euro al quintale, fornirebbe una Produzione Lorda Vendibile (PLV) di circa 15.000,00 Euro. Considerato che i costi espliciti sostenuti per un ciclo produttivo sono pari mediamente pari a circa il 30% della PLV, pari a circa 4.500,00 Euro, si calcola un probabile reddito pari a circa 10.500,00 Euro per ettaro. Va considerato che questa produzione ha un rischio d’impresa molto ridotto in quanto non richiede grandi investimenti ma solo le spese per le anticipazioni colturali e che la vendita del prodotto fresco avviene direttamente dal produttore al consumatore mentre i grossi bulbi raccolti a fine ciclo solitamente vengono ritirati in grande quantità e venduti al dettaglio da intermediari. Per quanto riguarda la commercializzazione vi è da dire, inoltre che, negli utimi anni questa cipolla è stata esportata anche all’estero, a Dubai, a prezzi, ovviamente, molto più elevati. La nuova programmazione regionale in agricoltura 2023-2027, destinando, eventualmente, specifiche risorse, anche attraverso il GAL Pollino Sviluppo, può contribuire al rilancio della Cipolla bianca di Castrovillari. La coltivazione di questo ecotipo di cipolla può portare, oltre che all’integrazione del reddito di piccoli coltivatori, anche alla creazione di nuovi redditi per le giovani generazioni. Infatti, le tecniche di coltivazione di questa ed altre specie orticole, oltre ad essere semplici da acquisire, permettono una organizzazione aziendale del lavoro concentrato in un periodo limitato nell’anno e, per questo, tali produzioni sono più allettanti per i giovani. Inoltre, proprio in linea con le recenti modifiche dei principi fondamentali della nostra costituzione, con l’aggiunta del terzo comma all’articolo 9: “La Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni…..”, la coltivazione di questo ecotipo di cipolla, alla luce delle caratteristiche descritte, contribuisce all’affermazione di un’agricoltura a basso impatto ambientale e alla salvaguardia della biodiversità. L’ARSAC, come sempre, è impegnata, oltre che ad assistere tecnicamente i produttori anche con azioni formative, nella selezione del materiale della popolazione di Cipolla bianca di Castrovillari onde costituire una sorta di linea dalla quale propagare in futuro le cipolle più aderenti alla tipologia originale e, per questo abbiamo avviato una collaborazione con il CREA-Centro di Ricerca per l’Orticoltura di Pontecagnano (SA).